Il GRANDE BLUFF delle criptovalute !
La testimonianza di chi aveva ragione quando tutti gli 'esperti' dichiaravano Bitcoin morto a $4.000, $23.000, $50.000...
La più clamorosa inversione a U della storia finanziaria moderna è servita. Mentre Bitcoin supera negli ultimi mesi, e a più riprese, la soglia storica dei $100.000 per unità, altresì affermandosi come asset class istituzionale, i profeti del disastro che per anni hanno urlato "bolla, truffa, vale zero" sono costretti a rimangiare le loro previsioni una ad una. Non si tratta di semplici errori di valutazione: è il crollo di un'intera narrazione costruita su pregiudizi ideologici, incompetenza tecnica e, diciamocelo senza prenderci in giro, per volontà di “qualche lobby”.
Ve lo dico da chi ha visto questa battaglia dall'interno dal 2017, anno nel quale acquistai il dominio Criptovaluta.it, quello che pochi mesi più tardi diventerà un blog sulle crypto ed infine, qualche anno dopo, il punto di riferimento dell’informazione tematica in Italia. Dal primo giorno di Criptovaluta.it ho combattuto contro la disinformazione sistemica dei media tradizionali, costruendo brick by brick quella che oggi è la prima testata italiana specializzata in crypto. Quando nel maggio 2021 abbiamo raggiunto per la prima volta 1.400.000 accessi mensili, diventando il sito crypto più letto d'Italia, i media mainstream erano ancora fermi ai titoli sensazionalistici. Loro scrivevano necrologi, noi educavamo.
Da quel Tito Boeri che su Repubblica definiva Bitcoin un "imbroglio colossale" quando quotava $23.000 (oggi vale oltre $100.000, +330%) a Jamie Dimon che minacciava di licenziare chi comprava Bitcoin (ora JPMorgan lo offre ai propri clienti), a mio modesto avviso il mondo finanziario tradizionale ha messo in scena lo spettacolo più imbarazzante della storia moderna. 477 necrologi di Bitcoin documentati dal 2010, tutti smentiti dai fatti. Una per una, le previsioni catastrofiche si sono rivelate per quello che erano: il desperate tentativo di un sistema obsoleto di preservare lo status quo.
L'articolo che ha fatto storia “del Bitcoin in Italia”: quando Boeri dichiarò guerra AL BITCOIN
Perdonate l’articolo davanti Bitcoin, ma è ovviamente un rafforzativo che intende provocare quella flotta di professionisti della vecchia guardia che, a loro giudizio, prendono correttamente le distanza dall’asset, spesso nominandolo all’unanimità con l’articolo.
Il 30 gennaio 2023, su Repubblica, Tito Boeri e Roberto Perotti firmarono l'articolo più clamorosamente sbagliato della storia economica italiana recente. "Frodi, furti e crac improvvisi, il grande bluff delle criptovalute" - il titolo che oggi suona come una barzelletta. Bitcoin quotava $23.000. Gli economisti di casa nostra sentenziavano: "È ora di dire la verità: è un imbroglio colossale, una tecnologia senza alcuna funzione sociale positiva."
Il verdetto della storia? Da gennaio 2023 a oggi, Bitcoin è cresciuto oltre il 330%. Chi avesse investito $10.000 il giorno dell'articolo di Boeri oggi avrebbe $43.000. Ma c'è di più: mentre gli economisti da salotto declamavano il "fair value zero", le istituzioni finanziarie più importanti al mondo stavano accumulando silenziosamente.
Confesso: sono stato tentato di scrivere una lettera aperta a Boeri quando Bitcoin ha superato i $50.000, poi i $70.000, ora oltre $100.000, anche se più volte ce ne siamo occupati su Criptovaluta.it, sia per dovere professionale oltre che etico. Ma ho preferito lasciare che fossero i fatti a parlare. Come founder della testata Criptovaluta.it, sia come giornalista che ha spostato completamente l’dea del fact checking sul nostro giornale, ho imparato che il tempo è il miglior fact-checker. Nel mio portfolio trasparente, che aggiorno pubblicamente da anni, Bitcoin resta una delle mie posizioni core insieme a Ethereum. Mentre gli "esperti" scrivevano obituari, noi accumulavamo con metodologia.
Michele Serra, il giorno dopo, sempre sulla gloriosa testata Repubblica, rincarò la dose paragonando Bitcoin al "Mago Oronzo" e definendo la blockchain una "concatenazione di computer". Il premio per la spiegazione tecnica più imbarazzante della storia del giornalismo italiano va proprio a lui. Quella mezza specie di "concatenazione di computer" - come la chiamava lui - oggi vale $2 trilioni di capitalizzazione globale.
La galleria degli orrori: quando i media internazionali dichiararono guerra al futuro
Se i media italiani hanno fatto la loro parte, quelli internazionali non sono stati da meno. Wall Street Journal, settembre 2017: "Bitcoin's Wild Ride Shows The Truth: It Is Probably Worth Zero." Bitcoin quotava $3.569. Oggi vale $100.000+. Errore di valutazione: 2.700%.
Bloomberg, aprile 2018, con la sicurezza di chi ha scoperto l'acqua calda: "Bitcoin, the Biggest Bubble in History, Is Popping." Prezzo dell'asset al momento della profezia: $7.004. La "bolla che scoppiava" si è gonfiata di un altro 1.400%.
Ma il premio per la previsione più spettacolarmente sbagliata va al Financial Times che nel dicembre 2021, con Bitcoin a $48.628, titolava: "Bitcoin Is Worse Than A Madoff-style Ponzi Scheme." L'asset "peggio di Madoff" ha raddoppiato il valore da allora.
Gli oracoli della finanza tradizionale: errori da manuale
Jamie Dimon resta il campione assoluto delle previsioni sbagliate su Bitcoin. Settembre 2017, asset a $4.367:
"Bitcoin è una frode, è peggio dei bulbi di tulipano. Licenzierò immediatamente qualsiasi trader che commercia Bitcoin per stupidità."
Risultato: Bitcoin +2.200%, JPMorgan ora offre servizi crypto ai clienti. L'uomo che voleva licenziare i trader "stupidi" ora guadagna commissioni sui loro stessi investimenti. Imbarazzante dover ritrattare a tal punto, eh?
Dove intendo arrivare?
Alcuni dicono che “ricredersi rispetto al passato” è sintomo delle persone intelligenti, posso anche concordare con questo, ma il problema però è un altro. Farlo col senno del poi è semplice. Tutti sbagliano nella vita, ci mancherebbe: sapete quanti errori ho fatto io stesso anche con la gestione della mia Criptovaluta.it, scelte sbagliate che sicuramente non rifarei? Tuttavia perseverare è il vero problema: comprenderne i sbagli a livello di trattazioni - divenuti persino di fama storica - permetterebbe di evitare nuove figure di M. Provare per credere.
L’Oracolo di Omaha, al secolo Warren Buffett, non è stato da meno. Maggio 2018, Bitcoin a $9.695: "È probabilmente veleno per topi al quadrato." Il "veleno per topi" è cresciuto del 930% da allora. Nel 2022 Buffett ha dichiarato che non comprerebbe tutti i Bitcoin del mondo per $25. Peccato che la capitalizzazione sia ora oltre $2 trilioni.
Christine Lagarde, presidente della BCE, ha firmato la previsione più imbarazzante dell'era istituzionale: "Bitcoin non vale nulla, è basato su niente."
Dichiarazione rilasciata mentre le banche centrali di tutto il mondo studiavano le CBDC e mentre El Salvador adottava Bitcoin come moneta legale. Il figlio della Lagarde, ironia della sorte, ha investito in crypto perdendo il 60% per non aver seguito i consigli della madre.
I numeri che smentiscono ogni critica
Mentre gli esperti pontificavano, Bitcoin scriveva la storia. Dal 2017 a oggi: da $1.000 a oltre $100.000. Ma, come abbiamo già detto, non è solo una questione di prezzo. L'ecosistema si è completamente trasformato, modellato e ottimizzato, dimostrando più forza e vitalità… e d’altronde come potrebbe esser altrimenti considerata la schiera di nemici che ci sono la fuori?
Adozione istituzionale: 90+ aziende Fortune 500 detengono Bitcoin in treasury per oltre $84 miliardi totali. MicroStrategy guida con $24.9 miliardi. Tesla, Marathon Digital, Riot Platforms: i nomi che contano hanno fatto la loro scelta.
Regolamentazione: L'11 gennaio 2024 la SEC ha approvato gli ETF Bitcoin spot. Risultato: $113 miliardi di volumi nel 2024, tra i top 20 launch ETF della storia. BlackRock, il più grande asset manager al mondo, gestisce $52.9 miliardi in Bitcoin attraverso IBIT. Goldman Sachs, che prima criticava, ora detiene $2.05 miliardi in crypto ETF.
Innovazione tecnica: Lightning Network ha registrato una crescita del 1.212% nelle transazioni tra 2021-2023. Il "sistema inefficiente" oggi processa transazioni istantanee con commissioni quasi zero. Il 43% del mining usa energie rinnovabili, smentendo la narrativa ambientalista.
Le inversioni a U più imbarazzanti della storia
Kevin Roose del New York Times merita una menzione speciale per onestà intellettuale. Dopo aver venduto Bitcoin a $140 e aver scritto "The Bitcoin dream is all but dead…" nel 2017 pubblicò un articolo dal titolo inequivocabile: "I was wrong about Bitcoin." Riconobbe cinque "bad assumptions" che aveva fatto, dimostrando più classe professionale di tutti i colleghi messi insieme.
JPMorgan ha firmato l'inversione a U più clamorosa di Wall Street. Da "Bitcoin è una frode" (Dimon, 2017) a "Difendo il vostro diritto di comprare Bitcoin" (Dimon, 2025). La banca ora permette ai clienti di accedere ai Bitcoin ETF e ha aumentato la sua esposizione del 30% in pochi mesi.
Goldman Sachs ha superato tutti: da scetticismo generale è diventata il più grande detentore istituzionale del BlackRock Bitcoin ETF con $1.4 miliardi in IBIT. Un aumento del 28% nelle posizioni Bitcoin in un trimestre. Chi parlava di "bolla" ora ci costruisce sopra il business.
Il database della vergogna: 477 necrologi di Bitcoin
Esiste un sito, si chiama 99bitcoins.com, che documenta ogni volta che Bitcoin è stato dichiarato "morto" dal 2010. Il contatore segna 477 necrologi. CNBC guida la classifica con 35 obituari, seguita da Bloomberg con 24. Il pattern è sempre lo stesso: titoli sensazionalistici durante le correzioni, silenzio imbarazzato durante le riprese.
MarketWatch, dicembre 2018: "Bitcoin is close to becoming worthless." Prezzo: $3.836. Crescita da allora: oltre 2.500%. Express, stesso periodo: "BTC will be WORTHLESS and have ZERO VALUE in 2019." Bitcoin ha chiuso il 2019 sopra $7.000.
La verità è che ogni "morte" di Bitcoin è stata seguita da una resurrezione più forte. Ogni obituario ha rappresentato un'opportunità di acquisto per chi aveva capito la tecnologia mentre i media mainstream rincorrevano i click con titoli apocalittici.
Bolla, energia, criminalità: anatomia di una narrativa fallita
Le critiche, o meglio gli attacchi trasversali compiuti ai danni di Bitcoin nel corso degli anni, hanno seguito sempre gli stessi pattern: "È una bolla" (smentita da 15 anni di crescita sostenuta), "consuma troppa energia" (43% da rinnovabili e in crescita), "è usato per attività criminali" (meno del 2% delle transazioni secondo Chainalysis), come se invece sino ad oggi con il denaro la valuta FIAT corrente non fosse stata utilizzata dai criminali…. mah!
La narrativa energetica si è rivelata la più ipocrita. Mentre si accusava Bitcoin di "sprecare energia" il settore bancario tradizionale consuma 4 volte di più senza fornire servizi 24/7 globali. Il mining Bitcoin ora utilizza gas flared che altrimenti verrebbe bruciato nell'atmosfera, trasformando un inquinante in sicurezza di rete.
La narrativa criminale è crollata quando è emerso che il dollaro resta la valuta preferita dai criminali e che Bitcoin, essendo trasparente su blockchain pubblica, è tracciabile meglio del contante. L'FBI ora usa l'analisi blockchain per risolvere crimini finanziari.
Esperienza personale: nel 2024 sono stato ospite tre volte di RAI 3 "Chi l'ha visto?" insieme al mio caporedattore Gianluca Grossi per analizzare truffe che coinvolgevano Bitcoin. Ironia della sorte: quello che i media dipingevano come "strumento del crimine" si è rivelato la chiave per tracciare i criminali. Abbiamo aiutato le indagini tracciando 0.08 Bitcoin (oltre 5.000€) rubati a Franco Bonzi in una truffa romantica. La blockchain ha rivelato ogni movimento, ogni exchange, ogni tentativo di nascondere le tracce. Paradossalmente Bitcoin non facilita il crimine: lo smaschera.
La lezione che nessuno vuole imparare
Questa non è la storia di alcuni errori di valutazione. È la documentazione di un fallimento sistemico del giornalismo finanziario e dell'establishment economico. Per anni, le voci più autorevole hanno preferito il pregiudizio ideologico all'analisi fattuale, l'arroganza intellettuale alla curiosità scientifica.
Bitcoin oggi vale oltre $100.000 non per caso o fortuna. Ha dimostrato resilienza attraverso quattro cicli economici, ha resistito ad attacchi regolatori, ha evoluto la sua tecnologia, ha conquistato l'adozione istituzionale. Mentre gli "esperti" scrivevano obituari, gli investitori intelligenti accumulavano.
La verità è scomoda ma cristallina: chi ha dato retta ai media tradizionali e agli economisti di sistema ha perso l'opportunità di investimento del secolo. Chi ha fatto le proprie ricerche e ha capito la tecnologia ha cambiato la propria vita finanziaria.
Dal mio osservatorio privilegiato di giornalista e imprenditore digitale dal 2008, ho assistito a questa battaglia ideologica in prima persona. Ho visto colleghi respingere a priori qualsiasi approfondimento su Bitcoin per anni. Ho visto testate che oggi inseguono il trend crypto essere le stesse che nel 2017-2020 pubblicavano solo news negative. Ho costruito la ALESSIO IPPOLITO S.R.L. e il network di testate (Criptovaluta.it, TradingOnline.com, GuidaTradingOnline.net, ed altri siti tematici a tema finanziario, ndr) proprio perchè ritenevo auspicabile colmare questo vuoto informativo, provando a fare qualcosa di diverso prima degli altri, con coscienza e consapevolezza, senza raccontare menzogne ne scendere a compromessi.
Il nostro codice etico è chiarissimo: nessuna fake news, fact-checking rigoroso, trasparenza totale. Mentre altri rincorrevano click con titoli sensazionalistici, noi abbiamo scelto la strada più difficile: educare con verità. Pubblichiamo oltre 200 contenuti informativi al mese, tutti verificati. Siamo stati i primi in Italia a ottenere la spunta blu su Twitter per crypto. Abbiamo raggiunto oltre 9 milioni di accessi nel secondo semestre 2021, crescita dell'8.400% rispetto al 2020.
Non è stata solo una scommessa imprenditoriale: è stata una missione. Combattere la disinformazione, educare i risparmiatori italiani, smascherare le truffe. Ogni volta che un lettore mi scrive "grazie, mi avete salvato da una truffa" o "ho investito seguendo i vostri consigli e ho cambiato vita", capisco che la battaglia è valsa la pena.
Epilogo: arriva il conto da pagare (e la lezione di un imprenditore digitale)
Oggi che Bitcoin ha superato ogni previsione pessimistica e si è affermato come asset class globale, è tempo che il mondo dell'informazione finanziaria faccia i conti con i propri errori. Non bastano correzioni in piccolo o silenzi imbarazzati. Serve una riflessione profonda su come si è potuto sbagliare così clamorosamente per così tanto tempo.
Nel corso di questi anni ho imparato una cosa fondamentale: chi comprende il futuro lo investe, chi non lo comprende lo combatte. La mia storia imprenditoriale è fatta di intuizioni tecnologiche: dal web marketing quando era ancora una nicchia, all'editoria digitale quando i giornali tradizionali la ignoravano, fino alle crypto quando erano ancora considerate "roba da nerd".
In un tempo nel quale tutto è costruzione artificiosa, ritengo che supportare le parole con i fatti, sia requisito fondamentale.
Abbiamo sempre dimostrato con i numeri, quello che diciamo su Criptovaluta.it. Non lo faccio per vantarmi dei guadagni, ma per dimostrare che l'informazione seria, la ricerca metodica e la strategia conservativa pagano più degli impulsi speculativi. Mentre gli "esperti" scrivevano obituari, io costruivo posizioni. Mentre loro cercavano click con titoli sensazionalistici, io costruivo credibilità con fatti verificabili.
La prossima volta che un "esperto" sui media proclama la morte di una tecnologia emergente, ricordatevi di Tito Boeri che chiamava Bitcoin "imbroglio colossale" a $23.000. Ricordatevi di Jamie Dimon che minacciava licenziamenti per chi comprava "stupidamente" Bitcoin a $4.000. Ricordatevi che chi comprende il futuro lo investe, chi non lo comprende lo combatte.
Come raccontavo poco sopra: non è dagli errori che si diventa persone migliori? In fin dei conti tutti possono sbagliare, basta fanne tesoro no? Negli anni tutti si sono sbagliati - fatti alla mano - in merito a Bitcoin, parlandone in modo spesso superficiale. Bisognerebbe almeno provare a studiarlo un pochino più a fondo per comprendere che non è poi così male.
Il grande bluff delle criptovalute? L'unico bluff è stato quello di chi fingeva di capire mentre dichiarava guerra al progresso. E noi che abbiamo resistito alla pressione mediatica, che abbiamo studiato mentre altri sentenziavano, che abbiamo investito mentre altri demolivano, oggi possiamo dire: ve l'avevamo detto.
Alessio Ippolito
Founder Criptovaluta.it - Imprenditore digitale dal 2008 - Alessioippolito.com / Alessioippolito.it
"Chi educa vince sempre, anche quando tutti gli altri perdono"
Sede legale: Via Pola 11, 20124 Milano
Grazie mille per la menzione doc - e come sempre ottimo contenuto
Molto interessante!